Ormai siamo all'auto-flagellazione

in Italy2 years ago (edited)

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Photo by Nik Shuliahin on Unsplash - Free to use

RESET TOTALE

Il calcio, così come il mondo delle criptovalute o, più banalmente, la vita di tutti i giorni, è attraversato da cicli temporali. A volte le cose vanno per il verso sperato, tanto da regalare quasi una sensazione di invincibilità, inattaccabile da qualsivoglia avvenimento; altre invece, si nutre l'impressione di vivere in un campo minato e che, qualsiasi cosa si faccia o dica, il rischio di saltare (metaforicamente) per aria se ne stia lì, beffardo e in agguato dietro l'angolo.

Tutto rientra nell'alveo della normalità. Difficile citare qualche squadra, sportivo o persona comune, capaci di rimanere sulla cresta dell'onda per tutto il tempo, né omologhi che non abbiano mai sperimentato almeno i famosi quindici minuti di gloria profetizzati da Andy Warhol. Il problema resta, casomai, riuscire a sopportare il peso di un periodo fortemente negativo, mantenendo la lucidità giusta che porti ad uscirne fuori al più presto.

A Torino, purtroppo per i quattordici milioni di simpatizzanti bianconeri sparsi per la penisola, non solo sembrano navigare a vista in mare aperto, sotto un cielo flagellato dalle violenti bordate della burrasca, ma anche di non possedere più nemmeno la strumentazione di bordo più elementare per comprendere dove dirigere la prua al fine di mettersi in salvo.

Checché ne dica la vulgata popolare, che si diverte ad associare il nome della Signora a quella del fallimento europeo, spesso come unico motivo di rivalsa su chi negli anni più volte lo ha superato sul campo, la Juventus ha rappresentato la punta di diamante del movimento calcistico tricolore in Europa nell'ultimo decennio, affiancata solo da alcuni anni dalla Roma.

A differenza di chi millanta un DNA europeo, ma che in Champions League ha ricominciato a giocare solo da un paio di stagioni dopo una lunghissima assenza, o di chi pubblica meme e sfottò sui social network, senza poter lucidare nulla in bacheca se non qualche Coppa Italia o Mitropa Cup, la società della famiglia Agnelli si è mantenuta in quest'ultimo lasso di tempo costantemente nelle prime dieci posizione del ranking UEFA (arrivando a toccare il quarto posto), raggiungendo come punta massima una semifinale di Europa League e due finali di Champions League.

Dato che vincere, almeno nel calcio, è affare per uno solo, nulla di ciò ha rappresentato qualcosa capace di muovere lo storico dei titoli, ma ha regalato a Madama uno status da grande realtà continentale. Questa squadra ha eliminato nelle ultime stagioni avversari come Real Madrid o Barcellona, ha vinto al Bernabeu, al Camp Nou, in casa del Manchester City, del Borussia Dortmund e del Manchester United, al Mestalla di Valencia e a Lione in dieci uomini, andata a trenta secondi dall'impresa all'Allianz Arena di Monaco di Baviera e portato a vestire il bianconero campioni come Carlos Tevez o Cristiano Ronaldo.

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Mbappé, Messi e Neymar, photo by Bigmatbasket, CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons

Oggi tutto questo sembra improvvisamente dimenticato, cancellato dalla memoria collettiva come in un film di fantascienza nel quale ai protagonisti viene riprogrammata la mente. Tifosi assiepati a Torino di fronte all'hotel del Paris Saint Germain, a caccia di un lampo di visuale che gli permetta di immortalare sul proprio smartphone la barbetta di Messi o la testa rasata di Mbappé e una conferenza stampa imbarazzante, tenuta da persone come Cuadrado e Allegri (che quel periodo d'oro lo hanno vissuto in prima persona) fanno sinceramente cascare le braccia al livello del pavimento.

E se nel primo caso esiste il beneficio del dubbio che possa essersi trattato in buona parte di tifosi parigini in trasferta, con le fila rinforzate dai granata ancora rimasti in città (da quelle parti sono abituati a "gasarsi" per gente come Rosina o Belotti), nel secondo a colpire è lo scoramento, la rassegnazione con la quale chi dovrebbe difendere i colori di un club glorioso, eleva su un piedistallo l'avversario, assegnandosi implicitamente uno status da squadra comprimaria di rincalzo.

Certo, oggi il Paris Saint Germain appare di gran lunga favorito per aggiungere anche gli ultimi tre punti al proprio bottino stagionale del Gruppo H, ma al di là delle condizioni con la quale i bianconeri affronteranno l'impegno, con undici (!) potenziali titolari indisponibili, quello che non dovrebbe mai mancare è il senso di appartenenza, il rispetto per la maglia, l'orgoglio e la voglia di non farsi umiliare ancor prima che la partita cominci.

Le sciagurate scelte societarie dell'ultimo quadriennio hanno portato alla cacciata di gente come Maurizio Sarri, che aveva appena vinto uno scudetto, o Andrea Pirlo, trionfatore in Supercoppa e Coppa Italia e in grado di iniziare a plasmare con interessanti caratteristiche il gioco della squadra, per puntare insistentemente, a costo di un tracollo sportivo ed economico, sull'allenatore peggiore della storia bianconera.

Al disastro del campo si associa una gestione atletica imbarazzante, che elimina ogni settimana uno o due elementi della rosa per problemi muscolari, e "politica", nelle vicende che riguardano la Super League e lo scontro con la Consob. Uno svilimento sotto tutti i punti di vista, portato avanti da chi evidentemente è così mediocre da non riuscire più a riconoscere la grandezza di ciò che ha tra le mani. Oppure in malafede, ma questa è un'altra storia.

P.S. Questa notte ho sognato che su ITALY si pubblicava un settimanale di grande successo, chiamato ZONA. Sogno premonitore? Se volete parlarne, studiare qualche collaborazione o anche solo fare due chiacchiere, questo è il mio contatto Discord: frafiomatale#9013. Un abbraccio.

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Vedo che malgrado l'intervento dei tifosi di Belotti e Rosina 😁il trend non è cambiato...

Eh, che vuoi farci, li avessimo avuti in campo gli avremmo spezzato le reni, ma certi campioni non sono per noi 😉

Intanto rientra Chiesa che è tanta roba....

Non so roccia, ieri aveva l'adrenalina a mille, ma dopo un anno di stop è difficile secondo me che per questa stagione possa incidere più di tanto.

Comunque un anno per quel infortunio è troppo..

Ma certo, a livello di infortuni siamo alle comiche, onestamente uno o due infortunati alla settimana è una cosa che non sta né in cielo né in terra

È solo un periodo. Credo, purtroppo, che dall'anno prossimo la musica sarà cambiata.
Di quest'anno non so dire perché c'è un mondiale di mezzo e diventa tutto un'incognita.
Cambiate i preparatori per carità 😅

Hai perfettamente ragione, quest'anno saranno due campionati differenti, se stai a guardare la pausa è più o meno simile a quella estiva per durata, chissà cosa potrà accadere.
Sui preparatori stendiamo un velo pietoso, un infortunato o due a settimana è veramente roba che non si può vedere a questi livelli

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