La Kings League è una figata pazzesca! - The Kings League is crazy cool! [MULTILANGUAGE]

Lo si era capito con il mondiale, svolto pochi mesi fa proprio in Italia e capace di superare i cento milioni di spettatori collegati, nonché la pazzesca cifra di un miliardo e mezzo di interazioni social, e con l'avvio del campionato italiano abbiamo ricevuto un'ulteriore conferma: la Kings League è una scommessa vinta.

Non so se si possa parlare di "calcio del futuro" o se, come previsto nelle intenzioni degli organizzatori, questo tipo di competizione sarà destinata ad oscurare addirittura il calcio tradizionale, ma vivendo con tre figli in età scolastica posso garantire come il format sia particolarmente apprezzato dalle nuove generazioni.

I più giovani sembrano tendenzialmente meno interessati alle vicende del calcio tradizionale (e con tutti gli scandali che lo ricoprono, soprattutto dalle nostre parti, come dar loro torto), ma dopo due settimane di gioco, tutti o quasi hanno già scelto la propria squadra del cuore in Kings League e conoscono a memoria le gesta del "loco" Picci (capocannoniere del torneo), di Nicola Loiodice o delle altre star del campionato.

_{Immagine realizzata con Leonardo.ai}

La soglia dell'attenzione nelle nuove generazioni si sta riducendo sempre di più: per molti ragazzi trascorrere un paio d'ore davanti alla TV (ma in molti casi persino pochi minuti) per guardare una partita di calcio, specialmente quando offre poche emozioni, è paragonabile ad una specie di tortura.

Molto in fretta saranno tentati di riprendere lo smartphone in mano e dedicarsi ad uno di quei giochini colorati e rumorosi che vanno tanto di moda, o all'ennesimo scrolling quotidiano dei propri profili social network, in grado di inebriarli con picchi di dopamina.

Ed è proprio pensando ad uno strano connubio tra videogame e calcio tradizionale, spogliato dai tempi morti, che nasce l'idea di Gerard Piqué, l'ex stella del Barcellona creatore della Kings League: un gioco concepito in modo da rendere ogni giocata potenzialmente interessante, ma allo stesso tempo quasi mai decisiva.

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Le partite della Kings League rimangono praticamente sempre in bilico fino alle battute finali, quando la regola del valore doppio dei goal segnati negli ultimi due minuti (più recupero) rende sempre possibili le rimonte, anche in caso di svantaggi clamorosi.

Tutto, dai rigori presidenziali (ogni presidente ha la possibilità di battere un calcio di rigore a partita) alle carte segrete, speciali bonus che strizzano l'occhio al mondo dei videogiochi, passando per i momenti i cui ad affrontarsi sul campo rimane un numero di giocatori decisi da un dado, è studiato proprio per mantenere alta la soglia di attenzione e per ridurre al minimo i momenti di noia.

I vari campionati in giro per il mondo (è presente un torneo ufficiale di Kings League anche in Spagna, Brasile e zona delle Americhe) sono tutti organizzati in modo da limitare il numero delle squadre a dodici, con regular season e play-off.

_{Immagine realizzata con Leonardo.ai}

Questo permette una classifica corta, nella quale non esistono match "inutili", tra squadre senza obiettivi già a metà campionato: il raggiungimento di un posto play-off è di norma alla portata di tutte o quasi le partecipanti, fino alle ultime giornate della stagione regolare.

Al format manca al momento un unico tassello per diventare davvero esplosivo, quello degli stadi. Il torneo infatti si svolge presso la piccola Fonzies Arena di Milano, ma come visto per la finale della World Cup, svolta all'Allianz Stadium di Torino davanti a quarantamila spettatori, le potenzialità di crescita sono enormi.