L'ultima Macedonia di fine estate: storia di un viaggio a Skopje (episodio 2)steemCreated with Sketch.

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Il fiume Vardar, che attraversa Skopje. Foto di proprietà dell'autore

Non ho mai creduto a chi sostiene che per visitare questa o quella città bastino soltanto un paio di giorni, ancor di più se stiamo parlando di una qualsivoglia capitale del mondo. Certo, se ci si accontenta dell'essenziale, in stile turismo da crociera, potrebbero risultare sufficienti anche una guida e una manciata di ore del proprio tempo, ma quello che rimarrà sarà, a mio avviso, sempre una sensazione di incompiuto.

Parlo per esperienza diretta, dato che qualche decennio fa, in vacanza a Cayo Largo (Cuba), acquistai l'escursione di un giorno a L'Avana. Feci in tempo a fare le foro nei luoghi più iconici, a mangiare in un ristorantino vicino alla cattedrale e bere un mojito nel bar frequentato da Hemingway, ma proprio mentre stavo iniziando ad innamorarmi della capitale, la guida ci riportò all'aeroporto. A qualcuno potrebbe anche bastare, ma io mi sarei messo a piangere.

Questo assioma potrebbe sposarsi bene anche con la nostra piccola capitale macedone, che non può certo contare su un numero di attrazioni paragonabili a quelle di Tokyo o New York, ma che a parte un centro molto caratteristico, possiede dei dintorni interessanti da visitare se si possiede tempo a sufficienza. Anche qui, un po' come a Tirana, per spostarsi nei dintorni ci si affida soprattutto agli autobus, ed è proprio alla stazione centrale che ci rechiamo per ottenere informazioni per i prossimi giorni.

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Le destinazioni italiane raggiungibili in pullman, foto di proprietà dell'autore

Prima ancora di entrare si viene amichevolmente assaliti da una serie di tassisti improvvisati, che per cifre da concordare in base alla distanza si propongono di portarti ovunque tu voglia, vicino o lontano. Per 100 euro complessivi, ad esempio, uno dei nostri protagonisti ci promette che un suo amico ci avrebbe portati addirittura a visitare Pristina, la capitale del Kosovo, distante una novantina di chilometri.

Niente attesa al confine, dato che il suo amico, casualmente, conosce i funzionari della dogana che ci avrebbero riservato, non ho ben capito come, un passaggio privilegiato e per noi ci sarebbero state a disposizione ben tre ore per girare il centro, prima del ritorno. Prendiamo il suo numero di telefono, fingendoci interessati per uno dei giorni successivi, e lo congediamo cordialmente, così come il "collega" che pochi passi più dentro voleva a tutti i costi candidarsi come taxi per l'aeroporto alla nostra partenza.

Otteniamo le informazioni che volevamo da una gentile ragazza che parla italiano (ha il fidanzato di Novara che lavora a Mestre e dice a tutti di essere veneziano....), ma l'ufficio per comprare i biglietti che servono a noi si trova oltre il piazzale in cui sono parcheggiati gli autobus, e siccome si è già fatta una certa e la struttura rimane sul nostro percorso abituale per il centro, decidiamo di rimandare ad un altro giorno, schivando ulteriori procacciatori di passaggi all'uscita.

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La Torre dell'Orologio, foto di proprietà dell'autore

La prima cosa da vedere oggi è la Torre dell'Orologio, posta vicino alla moschea del Sultano Murad. La sua costruzione risale al sedicesimo secolo, ma ha dovuto affrontare diverse peripezie: venne danneggiata e ricostruita due volte, in seguito ai forti terremoti del 1683 e del 1963, che causarono danni anche al meccanismo dell'orologio, ma anche l'ultimo, installato nel 2008, venne tristemente distrutto da un fulmine.

Il sonno arretrato comincia a farsi sentire, soprattutto dopo pranzo, e l'occasione diventa propizia per rilassarsi qualche ora all'interno del grande parco cittadino, che contiene tra le altre cose uno zoo e l'Arena Tose Proeski, lo stadio dedicato ad un famoso cantante locale da poco scomparso, destinato ad ospitare le partite della nazionale macedone.

I bambini si divertono con le attrazioni dedicate ai più piccoli, mentre io e mia moglie ci diamo il cambio per chiudere gli occhi una decina di minuti. Era una tappa che ci voleva proprio, anche perché fa veramente caldo e fortunatamente in città sono disseminate qua e là numerose fontanelle di acqua potabile, che ci permettono di riempire le borracce a cadenza regolare.

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Il grande parco cittadino. Foto di proprietà dell'autore

Facciamo ancora due passi nel parco, prima di tornare verso il bazar e scattare qualche foto alle attività più caratteristiche e assaggiare qualche dolcetto tipico locale, prima di concludere la serata sul Ponte delle Arti, un passaggio pedonale adornato da ventinove statue di artisti, compositori, poeti e musicisti locali.

Al ritorno verso casa un piccolo cagnolino, dall'età stimata di un paio di mesi, inizia a seguirci da lontano, per poi prendere confidenza ed avvicinarsi sempre di più.

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Foto di proprietà dell'autore

Cammina proprio in mezzo a noi, si ferma se noi ci fermiamo e sembra averci adottato come sua famiglia di riferimento. Ha gli occhi tristi e la testa bassa, probabilmente ha perso la mamma o è stato abbandonato e se fossimo stati a casa lo avrei senz'altro raccolto e portato da un veterinario, per poi adottarlo.

Tuttavia la leggera pioggerella che ci ha accompagnati negli ultimi dieci minuti si trasforma in un violento temporale e il nostro amico, fradicio e spaventato da un tuono, ad un certo punto corre a rifugiarsi sotto ad una macchina. Con l'oscurità e la pioggia ne perdiamo le tracce, ma non il ricordo, e gli auguriamo di tutto cuore il futuro che merita.

A domani.

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Con me sfondi un portone, i viaggi "usa e getta" servono solo ai collezionisti seriali che vogliono mettere la spunta sulla destinazione per poi dire: FATTO! Che bello questo viaggetto in famiglia. :)

Ti ringrazio per il commento... In due o tre ore in una grande città non hai visto nulla, ma in compenso è facile cadere nelle trappole per turisti 😉

 last year 

Povero cagnolino! Se ha solo pochi mesi e ha perso la mamma, difficile che sopravviva in una città, temo. In campagna se la caverebbe meglio, forse.
I viaggi organizzati stanno parecchio in uggia pure a me sin dalla notte dei tempi. Mi stavano bene in gita scolastica alle medie e alle magistrali, ma da adulta proprio da fare venire il latte alle ginocchia. Quindi fu una serie infinita di viaggi in solitaria, meglio ancora se viaggi studio modalità business.

Ps.: non sono riuscita a trovare la rivista digitaly della settimana. Sono io che non la so cercare o non c'è ancora?

Si guarda fossi stato a casa lo avrei raccolto, curato e sfamato,mi ha fatto una pena poverino...
Digitaly riparte il 18 settembre 🤗

 last year 

Immagino i tuoi bimbi come ci siano rimasti, non avendolo potuto portare...

 last year 

Il povero animaletto ha bisogno di affetto, quando dici che ha gli occhi tristi questo è quello che penso, spero che trovi il suo posto, è comprensibile che non puoi fare di più per il povero animale, beh è un ricordo in più del tuo viaggio , rimane qui in questo pannello e ovviamente nella tua mente

Non l'ho più rivisto per strada, spero che qualcuno si sia intenerito e l'abbia raccolto

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