Il Marchese del Grillo è sempre tra noi - The Marquis Del Grillo is always among us [MULTILANGUAGE]

in Italy4 days ago (edited)

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LA REALTA' SUPERA LA FANTASIA

Ho lavorato per diversi anni in un posto in cui si generavano a cadenza pressoché quotidiana scene comiche involontarie, derivate dalla storiella extraconiugale intrattenuta tra il capo e una delle mie colleghe. I due fenomeni seminavano ovunque indizi del loro rapporto, che coprivano con scuse quantomeno bizzarre.

Il copione più o meno era sempre lo stesso: di pomeriggio lui, che per lavoro si dirigeva spesso fuori città, la chiamava per farsi accompagnare e lei mollava tutto, coprendo la sua assenza quasi sempre con la medesima scusa "devo fare una commissione".

Tutti avevano capito che in realtà quelle telefonate rappresentavano semplicemente un invito per una scampagnata, ma naturalmente nessuno poteva disporre delle prove. A volte, per variare sul tema, la "commissione" diventava la presenza a questo o quel convegno, in nome e rappresentanza della società, ma spesso i due non si mettevano nemmeno d'accordo sulla bugia da raccontare, tanto che alle domande successive degli altri sui temi trattati in quelle riunioni la "poveretta" sbiancava.

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Immagine di benzoix su Freepik

Un giorno il capo usci dimenticando dei documenti, così che provai ad avvisarlo di tornare indietro, ma senza successo, poiché aveva il telefono staccato. Vista l'importanza della cosa, decisi di chiamare la sua amica, uscita per la solita "commissione" circa due minuti dopo di lui, in modo che potesse avvertirlo: anche se per il resto del mondo ufficialmente i due non si trovavano insieme, preferii di gran lunga fare il mio dovere e forzare la situazione, pur di fargli avere quei documenti.

Intuii chiaramente dalla voce della collega il disagio per quella mia intemerata e dopo qualche secondo di esitazione riuscì solo a balbettare che ci avrebbe pensato lei. Passarono cinque minuti, nei quali evidentemente venne studiata una storiella tappabuchi: il capo arrivò, prese i documenti, ringraziò e non vedendo la sua bella nella comitiva la salutò ad alta voce, come si fa con chi in quel momento si suppone essere in un'altra stanza.

Tutti ci guardammo in silenzio di sfuggita, scoppiando a ridere nel momento in cui voltò le spalle per andarsene. Non credo fossero davvero convinti di darci a bere quelle scenette, ma in fondo l'unica cosa che a loro importava era avere una versione ufficiale di copertura, inattaccabile fino a prova contraria.

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Alberto Sordi, nei panni del Marchese Onofrio del Grillo. Immagine di pubblico dominio

Chi ha il potere tra le mani, di qualunque tipo esso sia, quando non dispone di abbastanza moralità da saperlo amministrare spesso si comporta seguendo il motto tanto caro al Marchese del Grillo, personaggio inventato da Monicelli e magistralmente interpretato da Alberto Sordi: "Io sono io, e voi non siete un caxxo."

Se vogliamo, possiamo chiamarlo delirio di onnipotenza, ovvero quel sentimento di inattaccabilità percepito da chi stazione in cima ad una piramide e crede che il sottostare degli altri a qualunque atteggiamento o il credere ad ogni menzogna diventi cosa dovuta a causa della posizione ricoperta.

Ogni castello che si poggia su delle fondamenta friabili però, prima o poi è destinato a crollare. Sensazione che probabilmente in queste ore stanno respirando anche i dirigenti dell'Inter, tirati in ballo ancora una volta nei verbali degli interrogatori dal pentito della criminalità organizzata, Andrea Beretta, arrestato lo scorso novembre in una maxi operazione anti-mafia coordinata della procura di Milano.

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Immagine di freepik

Nelle ultime ore infatti, le veline passate dalla procura alle testate giornalistiche (ovviamente solo il fogliaccio rosa di Cairo ha mantenuto il suo stile servile, evitando di parlare della vicenda) ci hanno resi edotti del fatto che l'attuale presidente dell'Inter, Beppe Marotta, ha incontrato in passato lo stesso Beretta, nonostante fosse a conoscenza del suo Daspo (divieto di assistere a manifestazioni sportive) pluriennale.

Ma c'è di più: la società We Are Milano, che curava il merchandising ufficiale dell'Inter, era di fatto amministrata proprio da Beretta e dai suoi soci ultras, nella piena consapevolezza e accettazione dei dirigenti nerazzurri.

E tutto ciò dopo la rivelazione fatta dallo stesso Beretta alcuni giorni fa, sulla denuncia per minacce a lui evitata proprio da Marotta, in seguito ad un pesante alterco avuto con Massimiliano Silva, l'addetto ai rapporti con la tifoseria.

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Immagine creata con Freepik Pikaso AI Image generator

Insomma, una situazione imbarazzante, un intreccio non più nascondibile tra dirigenza dell'Inter e criminalità organizzata che nonostante le reticenze iniziali inizia a trapelare sempre più spesso anche sui media Mainstream.

Davanti a tutto ciò, la difesa di Marotta mi ha ricordato molto le tattiche utilizzate dal mio ex capo per coprire le sue scappatelle: "Ho incontrato solo una volta Beretta, in merito ad una protesta dei tifosi sul mancato rinnovo di contratto a Lukaku, avvisando preventivamente la FIGC e il questore di Milano".

E fa niente che non siano state fornite prove a sostegno di questa versione (da qualche parte esisteranno delle PEC opportunamente registrate), che in rete girino diverse fotografie di Marotta sorridente a braccetto con gli ultras dell'Inter accusati di associazione mafiosa e che, anche qualora la storia fosse vera, ciò significherebbe che è stato palesemente violato il regolamento federale, con la complicità dei massimi esponenti del calcio italiano.

GUARDA QUI LA FOTO DI MAROTTA CON GLI ULTRAS

E in attesa di scoprire se esiste, anche fuori dal campo (passatemi la battuta) un regolamento per tutti e uno valido solo per l'Inter, apprendiamo che, secondo lorsignori, una verità non è tale in quanto corrisponde ai fatti, ma lo diventa solo se a raccontarla è qualcuno che occupa posizioni più alte della piramide. O almeno questo è quello che vogliono farci credere.

Ah, se vi state chiedendo che fine abbiano fatto il mio ex capo e la sua amante, sappiate che si lasciarono dopo un paio di anni di tira e molla, ovvero quando lei comprese di non essere l'unica sua "distrazione" e che le storielle di una futura vita insieme dopo il divorzio dalla moglie non erano altre che squallide bugie.

Statemi bene, alla prossima!

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Inter is always getting into trouble all the time.. is like a popular children story here in Nigeria:”one week, one trouble”.

But like you mentioned here,”no evidence has been provided to back this version”. It means they are still innocent until proven guilty. He’s actually good in covering his crimes but he should bear in mind that “everyday for the thief, one day for the owner”. He’ll be caught one day!!

The feeling here in Italy, at least among fans who do not support Inter, is that the protective structure that has been created around this club over the years is very difficult to attack.
In every position that counts they have inserted their men, and I am not just talking about football, but also the press, politics and the judiciary.
This club should have disappeared long ago because of the debts it accumulated, it entered the Italian championship numerous times without having the financial requirements, and now it has been discovered that it is also close to the Mafia.
But I agree with you, no dictatorship is eternal and the day it falls the noise will be heavy 😉👍

Hi, @frafiomatale,

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