Heysel, 37 anni dopo [#steemexclusive - #multilanguage]

in Italy2 years ago (edited)

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Photo by Randy110912, CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons


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Trentasette anni fa ero un bambino, già piuttosto appassionato di calcio, ma non ancora così desideroso di lasciare per strada due ore destinate al gioco per per dirottarle sulla TV, che trasmetteva una partita della mia squadra del cuore. Eppure quelle immagini le ricordo bene ancora oggi: la voce imbarazzata di Bruno Pizzul di fronte alla tragedia che si stava consumando, gli appelli dei due capitani, Scirea e Neal, a mantenere la calma, il calcio di rigore segnato da Platini e quell'esultanza del tutto fuori luogo.

Il 29 maggio 1985 si è vissuta una delle peggiori tragedie che il mondo del calcio possa ricordare: allo stadio Heysel di Bruxelles, dov'era in programma la finale di Coppa dei Campioni tra Juventus e Liverpool, persero la vita trentanove persone, quasi tutti italiani, e ne rimasero ferite, più o meno gravemente, altre seicento.

Sebbene le due tifoserie fossero state collocate nelle curve opposte dello stadio, alcuni tifosi del club piemontese si organizzarono in maniera autonoma, comprando il biglietto per uno dei settori adiacenti a quello riservato ai sostenitori del Liverpool; un'ora circa prima dell'inizio della partita, questi ultimi decisero di sfondare le reti metalliche che li separavano dai bianconeri, al fine di occupare l'intera curva e scatenare così il caos più totale.

Vedendosi aggrediti, molti provarono a scappare verso il campo, ma furono respinti con la forza dalla polizia belga, incapace di comprendere ciò che stava accadendo; altri si accalcarono sulle recinzioni e sui muretti dello stadio, che crollarono inesorabilmente per la pressione, facendo così in modo che molti spettatori finissero travolti dalla calca.

La notizia della morte di alcuni tifosi si diffuse in fretta, causando la rabbia dei sostenitori juventini più accesi, posti dall'altra parte dello stadio. Cabrini, Tardelli e Brio si recarono sotto la curva occupata da questi ultimi, che avevano ormai raggiunto il campo, cercando di invitarli alla calma e a fare in modo che la tragedia non ingigantisse le sue proporzioni.

Dopo quasi un'ora la polizia belga mise a disposizione un altro battaglione di uomini, e per motivi di ordine pubblico, l'UEFA e le autorità locali decisero che la partita si sarebbe dovuta disputare ugualmente. Forse obbedendo ad ordini ben precisi giunti dall'alto, l'arbitro svizzero André Daina favorì in maniera clamorosa la vittoria della squadra italiana, assegnandole un calcio di rigore per un fallo avvenuto diversi metri fuori dall'area e negandone uno piuttosto evidente al Liverpool nel secondo tempo, ma il risultato sportivo passò immediatamente in secondo piano.

Sotto la lente finì non solo la brutalità degli hooligans, la frangia più violenta dei tifosi inglesi, ma anche l'assoluta inadeguatezza del servizio d'ordine belga, che aveva consentito la vendita agli italiani di un settore a rischio e che non era minimamente stato in grado di fronteggiare la gravità dell'accaduto. Il governo belga cadde dopo poco, tra accuse incrociate e scaricabarile tra i vari settori degli apparati statali, mentre il processo che si aprì subito dopo finì con condanne ritenute piuttosto lievi verso alcuni tifosi inglesi e dirigenti della polizia locale.

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Photo by Phillip Chambers, CC BY-SA 3.0, via Wikimedia Commons

La violenza genera violenza, e quella ferita è rimasta aperta a lungo, senza forse essersi ancora rimarginata del tutto. Nei mondiali del 1990, disputati in Italia, la nazionale inglese giocò a Torino la semifinale contro la Germania: diversi tifosi della Juventus, spalleggiati persino dai rivali sostenitori del Torino, attesero gli inglesi per cercare una sorta di assurda vendetta, contro persone innocenti e che in ogni caso non avrebbe riportato in vita le vittime dell'Heysel, ma vennero braccati da un ingente spiegamento di forze dell'ordine.

I britannici vennero confinati, in attesa della partita, al Parco Ruffini, senza permettergli di girare per le vie del centro, ma quella notte la polizia non riuscì ad evitare del tutto gli scontri, che si ripeterono il giorno dopo, presso la stazione di Porta Nuova, quando a dar manforte agli italiani ci si misero persino i tedeschi. Nel 2005, gli stessi ultras bianconeri si voltarono di spalle mostrando il terzo dito ad Anfield Road, durante la cerimonia di amicizia voluta tra i due club prima della partita di Champions League, per superare una volta per tutte quegli avvenimenti.

La notte dell'Heysel rimane tutt'oggi ad emblema di quanto determinati comportamenti violenti possano diventare non solo drammatici nel momento in cui vengono commessi, ma ripercuotersi a lungo nel futuro, generando una spirale di violenza e raccapriccianti vendette. Voglio tuttavia chiudere questo post, dedicato alla memoria delle vittime di quella notte, raccontando un episodio personale.

In vacanza a Riccione con gli amici (avevo meno di trent'anni), una sera conoscemmo alcuni ragazzi inglesi. Uno di loro, James, aveva lontane origini italiane e se la cavava bene con la nostra lingua. Iniziammo a fare amicizia, fin quando il discorso non scivolò sul calcio, e al momento di rivelare le nostre fedi calcistiche, avendo appreso del mio tifo per la Juventus, divenne serio, dicendomi:

Io te lo dico, però non mi picchiare: sono un tifoso del Liverpool...

Naturalmente scoppiammo entrambi in una risata e a fine serata ci abbracciammo, anche perché promise che per sdebitarsi in qualche modo da quella sorta di peccato originale, avrebbe organizzato un'uscita di gruppo, nella quale avrebbe presentato, a me a ai miei amici, sua cugina e le amiche che lo accompagnavano. E lo fece davvero due giorni dopo, rendendoci in qualche modo alfieri di una simbolica riappacificazione.


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 2 years ago 

La ricordo anch'io quella triste pagina di storia del calcio. Un episodio gestito male e che aveva tanti colpevoli. Purtroppo però non è servito ad insegnare niente ai tifosi perchè negli anni episodi gravi si sono ripresentati, e neanche agli organizzatori!
Bellissima però la tua simbolica riappacificazione, il problema del calcio non sono gli appassionati, gente comune che segue la squadra del cuore, ma gli estremisti che i vari club non eliminano!

Vero. Episodi paradossalmente ancora più assurdi, perché che senso ha una vendetta compiuta verso generiche persone della stessa nazionalità cinque anni dopo?
Eppure, nel documentarmi per scrivere il post, sono finito in forum assurdi di tifosi, che facevano a gara a vantarsi per il numero di risse alle quali avevano preso parte...

I was too young to remember that night but the word "Heysel" is synonymous with that tragedy.

In many senses, those days of violence at football are behind us - the idea of away fans "taking the home end" or vice versa is fortunately no longer "a thing" in English football like it was in the 80's.

The legacy will always remain and what happened to Liverpool fans in Paris at the Champions League final has happened because the reputation of English fans abroad precedes the fact that most people who travel to watch football these days are families with children.

I still feel it's an ugly part of our culture though - an angry and aggressive undercurrent in society which the alcohol fuelled idiots unleash before and after a football match which I feel is getting worse again. I've been to 2 away matches this season and neither were places that I would take my children. Pre-lockdown, I wouldn't have hesitated to take them to an away match but since lockdown ended, things are different again. And the authorities are either too incompetent or scared to do anything about it.

I've been to 2 away matches this season and neither were places that I would take my children. Pre-lockdown, I wouldn't have hesitated to take them to an away match but since lockdown ended, things are different again.

It' s very sad to read these words. In Italy, but I would say also in the rest of Europe, England has always been seen in recent years as a model for its fight against violent supporters and to know that something is deteriorating in this sense is not a good signal for the whole football world.

I think it's more a reflection of English society in general. Violent crime being reported continues to increase whilst the number of people being sentenced is decreasing.

Although more family oriented than ever before, football will always attract young men who are most likely to misbehave. So if something isn't done, the families will slowly disappear and things will continue to get worse again. I'd still prefer to go and watch an away match in England than most other countries though!

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