Gravina diffidato: la misura è colma - Gravina warned: enough is enough [Multilanguage]

Convocato di fronte alla Commissione Cultura della Camera, per discutere del decreto legge sullo sport, il presidente della FIGC, Gabriele Gravina ha ribadito all'interno del discorsetto precompilato il fermo "no" del mondo del calcio (chissà poi esattamente a nome di chi parlava) alla commissione nominata dal governo, che subentrerà al posto della Covisoc a partire dalla prossima stagione.

Secondo l'uomo messo sciaguratamente a capo del pallone tricolore ormai da sei anni, anche UEFA e FIFA sarebbero totalmente contrarie a questa sorta di intromissione del governo nell'autonomia dello sport, tanto che per le società italiane potrebbe addirittura paventarsi all'orizzonte il rischio di squalifiche dalle competizioni internazionali.

In fondo, questo è il suo pensiero, la Covisoc si è sempre comportata nel migliore dei modi, garantendo controlli ed imparzialità, anche se lo stesso Gravina non ha mai preso posizione sulle improvvise dimissioni di quattro dei cinque membri che formavano la commissione, spiegando pubblicamente quali fossero i motivi di quella che a tutti è sembrata una fuga.

La parte peggiore dell'intervento del presidente federale però è stata quella che ha riguardato la giustizia sportiva. A domanda di alcuni membri della commissione sull'anomala vicenda che ha portato alla penalizzazione della Juventus nello scorso campionato, le risposte di Gravina hanno avuto il potere di lasciare tutti a bocca aperta e di scatenare un'altra violenta ondata di proteste.

Per il numero uno della FIGC, la giustizia sportiva, come accaduto nei confronti della società bianconera, deve essere "rapida ed incisiva", muovendosi in maniera addirittura più tempestiva di quella ordinaria.

Non una novità, in realtà, poiché è un po' quello che da sempre ci viene raccontato, ma in totale contraddizione con quanto dichiarato alcuni giorni fa in Senato dal procuratore federale, Giuseppe Chiné, secondo il quale prima di muoversi con procedimenti sportivi è bene aspettare la chiusura delle indagini, se non addirittura l'eventuale rinvio a giudizio della giustizia ordinaria.

Insomma, una confusione che odora tanto di adattamento delle situazioni, in base al soggetto coinvolto e alla voglia di colpirlo, magari per soddisfare la sete di vendetta di qualche "amico". Anche perché il passo successivo è stato molto breve e la domanda che ne è seguita, sorta in maniera spontanea: perché questa rapidità e questa incisività è valsa solo nei confronti di una determinata squadra?

_{Il presidente dell'UEFA, Alexander Ceferin. Steffen Prößdorf, CC BY-SA 4.0, da Wikimedia Commons}

Le dichiarazioni di Gravina, come logico, hanno scatenato nuovamente un'ondata di indignazione sui social network da parte dei tifosi della Signora, che si sono sentiti presi in giro per l'evidente disparità di trattamento ricevuta nei confronti, ad esempio, delle situazioni similari che riguardano Napoli e Roma.

L'hashtag "Gravinaout" è tornato in tendenza per alcuni giorni, ma quello che più conta è che la vicenda è saltata al naso anche alla fondazione Jdentità Bianconera, che con una lettera di diffida ufficiale (atto che normalmente precede la presentazione di una denuncia alle autorità) ha chiesto al presidente federale spiegazioni tempestive su alcuni aspetti.

Perché il massimo dirigente della FIGC auspica, da un punto di vista sportivo, una giustizia "veloce" anziché una giustizia "corretta", rischiando di violare di fatto il diritto alla difesa e di mettere a forte rischio il perseguimento della verità?

_{Aurelio De Laurentiis (al centro) festeggia con la squadra la conquista della Coppa Italia del 2014. Hanson K Joseph, CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons}

E ancora, perché la velocità diviene requisito fondamentale solo nei confronti di alcuni procedimenti e non di altri, come quello che ha coinvolto il Napoli nella compravendita di Osimhen, trascinato da quasi quattro anni (si aspetta la prescrizione?), o il caso plusvalenze della Roma, violando così il principio di parità di trattamento?

Per non rischiare di vedersi formalmente denunciati alla procura competente per violazione d'atti d'ufficio, Chiné e Gravina dovranno ora fornire una risposta plausibile a detti interrogativi. Forse non succederà nulla, ma la stessa cosa si diceva anche ai tempi della presentazione dell'esposto sull'iscrizione dell'Inter e le cose non sono andate esattamente così.

Staremo a vedere quanto questo ulteriore masso lanciato riuscirà a smuovere le acque del sistema, ma almeno, d'ora in avanti, insabbiare determinate situazioni diventerà più difficile e i fautori del "facciamo come ci pare" avranno qualche problemino in più da affrontare.

Statemi bene, alla prossima!