[FUORI CONCORSO] Contest - Crea un'immagine (Un viaggio movimentato) [Multilanguage]

in Italy17 days ago (edited)

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Immagine realizzata con Freepik AI image generator

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Con questo post partecipo, fuori concorso e con intento unicamente promozionale, alla nuova edizione del contest "Crea un'immagine", promosso all'interno della rivista DIGITALY.

Per partecipare basta creare un'immagine, attraverso una qualsiasi applicazione di Intelligenza Artificiale, seguendo le linee guida del testo di volta in volta proposto.

Questa settimana il testo da seguire è:

Un viaggio movimentato

C'è tempo per partecipare fino a domenica 19 giugno, ore 23.59 italiane. Il premio per il vincitore, scelto dal Team di @italygame, è del 30% delle rewards del prossimo numero di Digitaly, mentre il secondo classificato riceverà una menzione d'onore e una ricompensa pari al 10% delle rewards.

A PIEDI

Viaggiare è sempre stata una delle mie passioni. Tralasciando gli spostamenti fatti da bambino, quando per forza di cose mi ritrovavo ancorato al volere dei genitori, ho cominciato effettivamente a muovermi da solo all'età di 16 anni.

Niente di particolare, si trattò di una vacanza in Romagna, ad Igea Marina, in compagnia di un amico del liceo: una settimana in pensione completa, spostamenti in treno, in spiaggia al pomeriggio e in giro con gli altri ragazzi dell'hotel la sera/notte, per poi crollare sui letti fino all'ora di pranzo.

Ricordo ancora alcune di quelle facce, che ovviamente, trascorsi tre decenni, saranno inevitabilmente diverse, ma la prima vacanza è un po' come il primo amore: non si scorda mai. Tornato a casa mi sentivo come una specie di divo, nel raccontare ad amici e parenti quell'avventura. Con tutto il rispetto per la cittadina sull'Adriatico, si trattava "solo" di Igea Marina, ma per me era come essere stato in California o alle Hawaii.

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Immagine realizzata con Freepik AI image generator

Un paio di anni più tardi, a mala pena maggiorenne, mi dedicai al classico Interrail, insieme ad altri quattro amici. Per chi non sapesse come funziona, si tratta di un pass geografico che permette di viaggiare in treno in maniera illimitata per il periodo di tempo scelto. In una ventina di giorni visitammo Monaco, Vienna, Berlino, Amburgo, Amsterdam, Copenaghen, Bruxelles e Parigi, prima di far ritorno a casa con le tasche vuote.

Si viaggiava perlopiù di notte, per risparmiare il più possibile sulle sistemazioni. Ogni Paese aveva la sua valuta locale e di conseguenza le soluzioni erano due: dotarsi di traveler's cheques, assegni comprati nella banca del proprio Paese e cambiati poi in valuta locale a destinazione, o partire con i contanti, divisi per valuta, già da casa.

Optai per la seconda soluzione e devo dire che fui abbastanza bravo, o forse solo molto fortunato, calcolando con precisione le necessità secondo il piano di viaggio. Oggi con le carte di credito e i cambiavalute sparsi ad ogni angolo delle grandi città il problema non sussisterebbe, così come non si sarebbe costretti ad accumulare monetine locali e cercare una cabina per telefonare a casa.

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L'abbattimento dei costi aggiuntivi del roaming all'interno dell'area Schengen rimane a mio parere una delle poche cose buone del far parte dell'UE, insieme al non dover fare la fila alle frontiere. Fortunatamente anche colei che sarebbe diventata mia moglie ha condiviso con me la passione per i viaggi e l'esplorazione del mondo fin dai primi tempi della nostra frequentazione.

Senza bambini ci si muove più agevolmente, non fosse altro per una questione di costi, e fin quando siamo rimasti in due abbiamo potuto fare rotta dall'altra parte del mondo, verso Buenos Aires, con puntatina in Uruguay, Montreal, in Canada, e a Cuba, ma anche con i pargoli al seguito in fondo, sebbene con meno frequenza, non è mancato qualche giro più largo.

Per festeggiare il compleanno "tondo" della mia dolce metà siamo stati a Mosca e ancor prima, in viaggio di nozze, a Tokyo. Ultimamente le nostre preferenze stanno andando verso l'est Europa, un po' per una questione di costi, perché con cinque viaggiatori considerati "adulti" troppi voli pindarici non si possono fare, ma soprattutto perché lo troviamo bellissimo.

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Eppure c'è un viaggio che ancora non ho mai fatto ma che spero di poter intraprendere prima che le gambe non ne vogliano più sapere di muoversi, ed è quello da "vagabondo", a piedi, con lo zaino sulle spalle e con una tenda da campeggio come sistemazione prevalente per la notte.

Non parlo per forza di cose del classico cammino di Santiago, probabilmente l'itinerario più conosciuto per questo tipo di viaggi, ma di uno spostamento in giro per l'Italia, magari mettendo come tappa una grande città non troppo lontana da casa.

Nulla di troppo faticoso, quindici o venti chilometri al giorno, ma percorsi in sentieri a contatto con la natura, cucinando su un fornelletto a gas, lavandosi con una doccia da campeggio e dormendo su un materassino gonfiato a bocca la sera prima.

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Insomma, qualcosa che faccia riscoprire il valore delle piccole cose che diamo per scontato, come un letto comodo, una doccia calda e un tavolo su cui appoggiarsi per mangiare.

Su questo aspetto, farmi seguire dalla famigliola sta risultando purtroppo non così facile. Il campeggio, soprattutto in versione wild, non sembra per il momento stuzzicare molto la loro fantasia, ma chissà, magari insistendo un po', tra un paio di estati, riuscirò a raccontare di un vero "viaggio movimentato".

Statemi bene, alla prossima!

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@girolamomarotta, @sardrt, @mikitaly, @mad-runner, @famigliacurione


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Hi @frafiomatale,
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Sono stata abituata a viaggiare senza genitori sin dall'infanzia, pure in posti lontani a causa dei continui ricoveri ospedalieri soprattutto di mia madre. Lo stesso l'hanno vissuto sulla loro pelle i bimbi della colonia estiva in Friuli (che provenivano pure da Sicilia a Sardegna) che si trovavano appunto in colonia perchè un genitore appeso tra la vita e la morte in ospedale e con l'altro a dover magari contemporaneamente lavorare a fare assistenza al coniuge, il pargolo di turno veniva spedito via come un pacco, per quanto a malincuore. Se non altro, avevo dunque acquisito l'indipendenza necessaria per muovermi all'estero a soli 15 anni (il mio primo viaggio studio in Inghilterra), dove non conoscevo nessuno del gruppo iscritto alla mia stessa scuola linguistica, ma si faceva comunque presto ad affiatarsi. Era stato il viaggio più divertente di tutta la mia vita.

Anche io ricordo quell'Interrail fatto a 18 anni come uno dei viaggi più belli. I soldi erano contati, spesso dovevi scegliere tra mangiare e dormire (e per questo si viaggiava di notte) ma furono tre settimane bellissime. I soldi aiutano, sarebbe ipocrita dire il contrario, ,ma quello che serve davvero sono le persone giuste.

Purtroppo l'ipocrisia sul tema finanze sembra andare di gran moda ai nostri tempi...

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