Annientati - Destroyed [Multilanguage]

ITALIA - SPAGNA 0-1

Nel post scritto il giorno dopo del successo sull'Albania, mi ero spinto a sostenere che il punteggio finale di 2-1, con il quale gli azzurri avevano liquidato la pratica, recuperando per di più piuttosto brillantemente da un immediato svantaggio, fosse stato persino troppo stretto rispetto a quanto visto in campo.

I nostri avevano chiuso con un brillante 70% di possesso palla, nascondendo la sfera agli avversari per lunghi tratti dell'incontro, e onestà intellettuale mi impone a questo punto di analizzare la seconda uscita dei ragazzi di Spalletti alla stessa maniera, solo con una prospettiva rovesciata di 180 gradi: l'1-0 finale con il quale la Spagna ha superato l'Italia ieri sera a Gelsenkirchen è un risultato che non premia a sufficienza il dominio dei nostri avversari.

La sensazione finale è che, senza un Donnarumma in forma smagliante, il passivo per i nostri sarebbe potuto essere ben peggiore. Certe partite nascono in un modo per terminare in un altro, quella di ieri sera evidentemente, in un ipotetico diagramma di Eulero Venn, non avrebbe alcun punto di contatto con esse.

E non inganni il baricentro azzurro più alto visto nell'ultimo quarto d'ora, normale dinamica all'interno di una partita con risultato non ancora deciso, dato che il portiere iberico, Unai Simon, ha potuto vivere una serata più tranquilla di un mercoledì al cinema e riporre i guantoni perfettamente immacolati nella borsa.

Quello che se ne ricava è la solita sensazione di tutti, o quasi, i confronti tra Italia e Spagna degli ultimi quindici anni, ovvero un senso di arretratezza e inferiorità mostruoso del nostro movimento nei confronti del loro. Da loro il ricambio generazionale è continuo e per un Iniesta che va in pensione spunta fuori un Pedri, per ogni Piqué un Laporte e per ogni Diego Costa un Yamal o un Williams.

Grazie alle seconde squadre e agli investimenti continui nei settori giovanili, la Spagna sforna talenti a ripetizione, già pronti per le prime squadre e addirittura per la nazionale molto spesso ancor prima dei diciotto anni. Da quelle parti si insegna calcio nei suoi fondamentali fin da bambini e tutte le nazionali, dall'under 15 a quella maggiore, giocano nella stessa identica maniera, proprio per favorire il processo di integrazione di chi fosse chiamato a compiere un salto in avanti.

Ciò non significa che, con un po' di fortuna, come un goal annullato dal VAR agli avversari per questione di millimetri, un paio di turni superati grazie ai rigori o uno stato di grazia particolare di alcuni calciatori proprio nel mese giusto, anche da noi non si possa sperare in qualche Exploit, come l'Europeo del 2021, ma come dimostra la doppia mancata qualificazione ai mondiali, parleremmo anche in quei casi semplicemente di casualità.

Perché un conto è vincere un trofeo ogni venti o trent'anni, grazie ad una serie buona e fortunata di sette partite, un'altra è ritrovarsi sempre lì ai nastri di partenza, pronti a giocarsi la vittoria finale, come accade alla Spagna dal 2010. In altre parole la loro è organizzazione, la nostra il più delle volte improvvisazione.

Ma è lecito sperare qualcosa di buono fin quando la FIGC non sarà bonificata dagli attuali gattopardi che la governano? La risposta appare scontata. Dopo ogni disfatta si susseguono proclami e grida di riforme, che puntualmente rimangono nel cassetto, non appena l'inizio di un nuovo campionato spazza via i brutti ricordi della nazionale.

Per salvare la faccia e arrivare almeno agli ottavi di finale come seconda classificata (ed affrontare verosimilmente la Svizzera) basterà non perdere lunedì contro la tutt'altro che irresistibile Croazia. Ad essere sincero, non sono così certo che "l'impresa" sia nelle nostre corde.

_{Image by freepik}

• Donnarumma 7,5 - Tiene a galla la barca azzurra con diverse parate decisive.
• Di Lorenzo 5 - Ridicolizzato per almeno un tempo da Nico William, si riprende leggermente nella ripresa.
• Bastoni 5,5 - Combatte come può, anche se i giocolieri spagnoli sono difficili da fermare un po' per tutti.
• Calafiori 5 - Purtroppo dà ragione a chi sostiene compia almeno un errore grave a partita. Nell'azione dell'autogoal che regala la vittoria alla Spagna, la sensazione è che un Nesta o un Maldini, ai quali è stato un po' troppo frettolosamente accostato, sarebbero stati molto più pronti di riflessi.
• Di Marco 5 - Tenuto basso da Yamal, prova a fermarlo come può, ma spesso anche lui viene saltato.
• Jorginho 4,5 - Dovrebbe essere il faro del gioco, ma tende a nascondersi, come spesso gli accade nelle partite importanti.
• Barella 5,5 - Ci prova, ma predica nel deserto.
• Frattesi 5 - Sovrastato dal centrocampo spagnolo.
• Chiesa 5 - Frenetico ed impreciso, con l'aggiunta dei soliti tuffi a cui nessun arbitro d'Europa abbocca.
• Pellegrini 5 - Un fantasma, non ne azzecca una nemmeno per sbaglio, anche se i cronisti RAI sembrano non accorgersene.
• Scamacca 5 - Avrebbe l'importante compito di tenere su qualche pallone e far salire la squadra, cosa che puntualmente non riesce a fare.

Subentrati

• Cristante 4,5 - Ammonito dopo venti secondi, fa quasi peggio di Jorginho, il che è tutto dire.
• Cambiaso 5 - Entra teso, regalando i primi due palloni agli avversari.
• Retegui 5 - Leggermente meglio di Scamacca, ma tocca a mala pena un paio di palloni.
• Zaccagni 6 - Ci prova con coraggio, uno dei pochi a salvarsi.
• Raspadori sv

Statemi bene, alla prossima!

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