Il lavoro di Maria

Caro Antonio, ultimamente il tempo volava ma quando uscivo dall'ufficio sentivo di avere addosso una stanchezza non sana e di non aver solo lavorato.

Sono due anni che ti conosco e ancora oggi non riesco a capire come Maria, la dottoressa Conti Maria, la direttrice del Personale, la donna che scatena in qualsiasi uomo le fantasie più primitive, abbia scelto di vivere con te. Un anonimo contabile, ricurvo ed innamorato dei numeri incastrati tra i punti e le virgole dell'azienda, capace solo di accudirla e tenerla in ordine come un registro contabile.

Ricordo quando vi incontrai per la prima volta. Era il mio primo giorno nella sede di Milano, dovevo venire da te perché eri il mago dei conti ed insieme avremmo portato l'azienda nel mondo del Bitcoin.

Camminavo nell'anonimo corridoio che portava al tuo ufficio, da dove uscivi sfocato dalla bellezza di Maria. Trasformava le pareti in cielo e mare, danzava sui tacchi che portava come se non ne avesse bisogno, facendo diventare melodia il silenzio.

Con il passare del tempo diventavamo sempre più: io e Maria. Pensavo che il suo cuore si riempiva d'amore solo quando mi vedeva e scambiava con me quelle semplici battute tra colleghi chiusi nei loro schemi asimmetrici. E tu stavi là, comodamente inquadrato sullo sfondo di obiettivi aziendali raggiunti e della nostra sincera amicizia, Maria a parte.

Stasera, di punto in bianco, ti presenti a casa mia per parlarmi di Maria. Dici che non sei più sicuro, che l'ami ma... forse non la meriti e altre stronzate.

Non ti capisco! Beviamo una birra, parliamo, ci mettiamo comodi e scivoliamo in considerazioni ed incertezze. Mi fai capite che il tempo ha lasciato il segno pesante della routine su di voi.

Non te lo permetto, non sono pronto, voglio continuare ad invidiare la tua quotidianità con Maria. Non mi serve vederti così, cosa faccio? Come saranno le mie giornate? Maria va amata con tutte le attenzioni che si merita!

Poi, tra una pacca sulle spalle, un vedrai che tutto si aggiusterà, arriva un un flash, un fotogramma.

In ufficio entra un bel ragazzo asiatico, sorriso perfetto, fisico atletico, fresco come un fiore a primavera, cammina nel corridoio. Maria dalla soglia della porta si volta e lo divora con uno sguardo da tigre. Si sente il brivido che le nasce dall'intimo e l'avvolge di voglie istintive.

Il tempo si ferma. Quella che vedo non è Maria.

Chi è?

Maria si gira verso di noi, porta la mano sulla bocca, negli occhi il senso di colpa per sentirsi finalmente una donna che non può controllare la passione ma soltanto i suoi colleghi.

"Antonio... Antonio, svegliati! Stiamo dormendo, c'è Maria che ci aspetta... eh eh, che ti aspetta, c'è tanto lavoro da fare. Domani arriva la delegazione dei cinesi".