Sfatiamo i falsi miti: Hacker “buono” e Cracker “cattivo” (Etica Hacker e Etica Cracker)
Ancora oggi i giornalisti spudoratamente identificano l’hacker con il criminale informatico, molto spesso fanno anche distinzione tra hacker “buono”, cioè il soggetto che non crea danni e “cracker”, attribuendo il significato di “hacker cattivo”.
Dipingono il cracker come un pirata informatico, la cui unica preoccupazione, è quella di violare la sicurezza, non solo per la soddisfazione di esserci riuscito ma prevalentemente con lo scopo di rubare i dati sensibili o causare danni.
Sul Jargon File il cracker non è mai definito un criminale che ha la sola capacità di eludere le difese di un sistema, difatti, aggirare un sistema non è un crimine neanche per l’hacker “buono”.
Ritornando al Jargon File:”l’hacker sa studiare un sistema, scoprire le debolezze, le caratteristiche recondite e le utilizza per scavalcare o aggirare i limiti, addirittura anche quando è un ficcanaso maligno che tenta di scoprire informazioni delicate frugando qua e la”.
Quindi è ovvio che un hacker e anche un cracker, nello studiare così bene i sistemi informatici ove scopre le falle o meglio bugs, attraverso i quali prende il controllo dell’intero sistema stesso.
Nel Jargon File non c’è scritto che il cracker danneggia i sistemi, ma solamente che è un appassionato che elude la sicurezza di un sistema.
Il termine cracker viene scelto da Finkel quindi per distinguere l’hacker da uno che fruga e rovista non per distruggere, ma semplicemente per scoprire informazioni delicate.
Lo descrive come un “maligno ficcanaso” una separata e più bassa forma di vita, un perdente che non riesce a immaginare un modo più costruttivo di utilizzare i computer se non quello di penetrare nei sistemi informatici altrui.
Si può dire che un cracker è un hacker allo “stato larvale”. Appunto possiamo dire che la maggior parte dei cracker sono solo hacker mediocri.
I giornalisti pur di far notizia descrivono hacker o cracker i semplici “script kiddies” o “lamer”, insomma persone veramente poco esperte che non dispongono nemmeno delle conoscenze di base, che usano programmi creati da altri per perpetrare attacchi.
Per gli hacker i criminali sono quelli che non rispettano l’etica hacker ed entrano nei sistemi solo per danneggiarli.
Anche i cracker hanno un etica, consiste nel perpetrare il “cracking” su un sistema o su un software perché è convinto che si possa migliorare, ovviamente ci sta la differenza tra chi lo fa per profitto personale, e la definizione corretta quindi non è cracker, ma “criminale informatico”.