Il “Mamrè” costituiva il vero “strumento monetario”

in #carta6 years ago

Il più antico documento, antenato della nostra Carta-Moneta, è il “Mamrè” di cui si parla diffusamente nella Bibbia, al Libro di Tobia.
Il “Mamrè” costituiva il vero “strumento monetario” degli Israeliti la cui l’emissione era affidata alla sensibilità “religiosa” ed alla responsabilità dei singoli credenti, ed era protetto e sostenuto da una “solidarietà creditizia” che si estendeva a tutto il Popolo di Dio.

Nel Libro di Tobia, viene presentato come uno “strumento di carità”.
Al “debito dotato di potere di circolazione senza bisogno di girata”, la Bibbia non dedica alcuni versetti ma un intero libro, tanto era importante la “istituzione dello strumento monetario” e non ne parla in forma astratta, ma con un linguaggio semplice e chiaro, comprensibile a tutti. L’istituzione del “Mamrè”, viene trasmessa di generazione in generazione come mezzo per attirare su di sé le benedizioni divine, vero e proprio esercizio della carità; il dono ed il prestito senza interesse sono la fonte della vita che libera dal male.
La Carta-Moneta, così concepita, è la più santa e la più sacra di tutte le monete immaginate e coniate in oro e argento dalle civiltà arcaiche, poiché se gli altri popoli coniarono la “moneta” nel più prezioso dei metalli, nessun popolo giunse alla straordinaria concezione mistico-religiosa del popolo ebraico.

Sulla frontiera della Terra Promessa, Mosè rivelò al popolo di Dio, il Comandamento Segreto della Potenza e della Bontà. Dio, per bocca di Mosè, ordinò di affidare questo Segreto alla sola Parola ed alla Tradizione con l’obbligo di trasmetterlo alle generazioni future; ma tale obbligo fu disatteso, e fin dai tempi antichi il “segreto” della “Potenza” fu monopolizzato per la “maledizione del genere umano”.
Il Comandamento della “Potenza” è quello che conferisce all’uomo la facoltà di inserirsi nel processo della “Creazione”, modificando la struttura e la evoluzione delle specie viventi e dei territori, degli elementi costitutivi della “materia”: questo “Comandamento” dev’essere posto al servizio del Creato!
Esso non può rimanere occulto e monopolizzato da pochi, i quali se ne servono per farsene un’arma e per conseguire una spaventosa tirannide sull’opera di Dio!
Il Comandamento della Potenza non dev’essere subordinato all’Avidità ed all’Orgoglio dell’uomo e delle Nazioni.
Comandamento, appunto perché “verità Rivelata”, donata, proveniente non dalla creatura, ma dal Creatore!
Questo Comandamento impone a coloro che lo usano, di subordinarsi ad un atteggiamento di “fraternità” e di “carità”, ad un precetto “universale” di amore; questa è la sostanza della Rivelazione di Mosè.
Pochi libri sono stati letti e commentati quanto la Bibbia, eppure la dottrina sociale di Mosè, che si è tradotta in una esplicita “istituzionalità monetaria”, imposta con estrema solennità al popolo ebraico, proprio nel momento in cui entrava nella “Terra Promessa”, è rimasta “tabù”!
Si direbbe che una misteriosa “censura” abbia impedito agli occhi di vedere, alle orecchie di sentire e alle parole di parlare!… eppure le parole sono tutte dinanzi a noi, come lo erano di fronte alle generazioni che ci hanno preceduto nei millenni.
La “dottrina sociale monetaria” di Mosè è contenuta nel Deuteronomio e si fonda essenzialmente su tre princìpi:

  1. Tutti i credenti in Dio debbono farsi reciprocamente tra di loro “prestiti” senza “interesse”, nella misura delle loro necessità.
  2. Il “prestito” ha una vita effimera: ogni 7 anni viene annullato, anche se non è stato pagato (anno sabbatico).
  3. I metalli preziosi possono essere usati come merce ma non come moneta.

Da queste tre premesse scaturisce un quarto principio: “Poiché i credenti in Dio tra loro debbono farsi credito, nella misura delle loro necessità”, qualsiasi “debitore”, in qualsiasi momento avrebbe potuto estinguere il proprio “debito” col ricavo di un “nuovo” debito contrattato verso un “nuovo” creditore. Per cui, il Comandamento di Mosè rendeva impossibile l’insolvibilità del debito; ed inoltre, come conseguenza dell’impossibilità di “coniare” monete in metalli preziosi, si faceva necessariamente ricorso ad un’altra moneta. Questa moneta era formata dalle “ricevute di credito” che rilasciavano rilasciavano i debitori; esse circolavano senza bisogno di “girata”, ed erano chiamate “Mamrè”: l’antenato della nostra Carta-Moneta.
Il “Mamrè” è nato come un “perfetto” strumento di CARITA’e FRATELLANZA..
Il Comandamento “creditizio” ha istituito un “patto” ben preciso tra Dio ed il Suo popolo, il quale, mediante questo strumento, ha realizzato una particolare “struttura sociale”, unica nella storia antica, cioè in sostanza, la “struttura” di una “Cooperativa Creditizia”, nonché, la possibilità di creare dal nulla una moneta nominale (cartacea) di costo nullo, ma di un valore effettivo, arbitrario e convenzionale, e dotato di una garanzia assoluta, perché protetto dalla “solvibilità” di tutto il popolo di Dio.
Questo Comandamento era una promessa per il genere umano. Era uno strumento di carità, di amore e di benessere per tutte le genti!
Ma è stato trasformato in uno strumento di preda, di pianto e di sofferenza!..
Ciò significa che il comandamento di Mosè è stato rivelato per tutti i popoli della Terra, che ancora attendono lo “strumento”, la “istituzionalità” che renda possibile la fraternità e l’amore: la moneta; ma usata nei “modi” e “termini” prescritti da Dio (per bocca di Mosè) ma fino ad oggi, purtroppo tenuti sempre nascosti e per proprio tornaconto e mai svelati dai nostri “Fratelli maggiori”.
I Mamrè ben presto si diffusero anche fuori dai confini dello Stato di Israele, poiché i mercanti stranieri erano ben disposti ad accettare questi “simboli” monetari in luogo delle monete d’oro; per due fondamentali motivi: perché evitavano ai mercanti stessi di essere depredati e perché avevano, nel simbolo, il “massimo” affidamento, in quanto la “ricevuta” di pagamento emessa dal singolo ebreo era garantita solidamente da tutto il popolo ebraico. La certezza nell’adempimento divenne tale che chi aveva in mano il “titolo di credito”, riteneva più comodo trattenerlo presso di sé che presentarlo invece
“all’incasso”. A questo punto, la natura “originaria” del “documento” veniva modificata poiché perdeva la funzione di “documento creditizio” per diventare quello di “valore convenzionale monetario”!
Nella pratica mercantile, il documento monetario, emesso da un semplice componente del popolo ebraico, acquistò un valore equivalente, se non superiore, a quello dell’oro.
La collettività ebraica poteva immettere sul mercato una quantità illimitata di Mamré che “acquistavano” un “valore reale”, (riconosciutogli dai singoli operatori economici che li accettavano come “mezzo di pagamento”), ma, in realtà, di “costo nullo” (solo carta ed inchiostro). I Mamré non provocavano l’accumulazione delle “passività” (tra gli ebrei), perché ogni sette anni, secondo il Comandamento
Mosaico, tutto il “debito” veniva annullato; però venivano ad appropriarsi di tutti i beni, oggetto di scambi, in quanto, come abbiamo visto, i mercanti lo preferivano all’oro stesso, per cui il Mamrè continuava il suo cammino da confine a confine, essendo i possessori certi della solvibilità ed esigibilità…
Con la “diaspora”, il popolo ebraico conquistò la “sovranità monetaria” presso tutti i popoli del Mondo, mediante appunto il Monopolio del Conio di simboli monetari di costo nullo, reso possibile dalla “esclusività” del “segreto” monetario e culturale di cui sono rimasti unici possessori, e mediante il legame instaurato tra le “colonie israelite” della Legge mosaica.
L’immensa potenza degli Ebrei, di cui parla Tacito, fu creditizia, economica, e la demonetizzazione di tutti i popoli del Mediterraneo provocò il crollo dell’impero Romano. Circolazione ed indebitamento di Roma verso Israele fu come mettersi il “cappio alla gola”.
Per tutto il “Medioevo”, ed ancora ai nostri giorni, nessuno dei glossatori cristiani del Deuteronomio è penetrato nel segreto che Dio ha affidato alla tradizione orale del popolo ebraico.
Nessuno si è reso conto che i popoli cristiani erano DEMONETIZZATI, non già perché subivano prestiti ad interessi esosi e strozzineschi, ma perché, in effetti, con i loro traffici veniva a stabilirsi sul mercato monetario una moneta che era una “TASSA”!..
Per cui i popoli non venivano espropriati degli interessi, ma del valore relativo al capitale monetario creato dal nulla (il Mamrè) e dato loro in prestito!
Solo negli ultimi tre secoli il “privilegio” di creare moneta dal “nulla” è stato trasferito ad una “istituzionalità ufficiale”: la Banca. Il “sistema bancario”, produttore della “carta-moneta” di costo nullo, diventacosì il nuovo padrone del mondo.
All’atto dell’emissione monetaria è stato applicato un principio, ben noto alle “Scuole” dell’Alta Diplomazia, per cui, quando si vuol far accettare alla controparte una condizione che quella non avrebbe mai accettato se ne avesse avuto conoscenza, si pone la “clausola” implicita nel contratto.
Così avviene che chi “prende denaro” in “prestito” dalla Banca di Emissione, esplicitamente si riconosce “debitore” (quando non lo è!); infatti:

  1. senza rendersene conto, riconosce a quei “documenti” ricevuti dalla Banca la qualità del “denaro”, (perché li accetta come “mezzo di pagamento”) e,
  2. ne attribuisce la proprietà alla Banca. Perché “prestare denaro” è una “prerogativa” del proprietario.

La realizzazione di questo “strumento di dominazione” è stato possibile mediante il “monopolio culturale” della “emissione dei valori convenzionali di costo nullo” appartenente all’Oligarchia Bancaria Internazionale.

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