Blockchain: Il Peer-to-Peer e le culture partecipative
Le tecnologie basate su internet hanno favorito la decentralizzazione dell’autorità e la riduzione delle asimmetrie di potere, grazie a fenomeni come le culture partecipative (ossia lo scambio di opinioni tra i partecipanti sui social e su internet),p2p e blockchain. Sono tutte architetture informatiche che non richiedono l’utilizzo di intermediari (per esempio, le banche) negli scambi.
Cosa imparerai
Perché sono importanti le culture partecipative
Che cos’è un sistema decentralizzato e che vantaggi ha
Come funziona una rete peer-to-peer e che vantaggi ha
Introduzione
Una delle questioni più discusse degli ultimi anni è la raccolta dati. In nessun altro momento storico sono stati raccolti, archiviati, analizzati un numero così elevato di dati personali. Al punto da diventare una nuova forma di valuta. Questi riguardano, ad esempio, le abitudini di acquisto o le possibilità finanziarie del singolo.
Questo atteggiamento di monitoraggio indiscriminato e arbitrario ha favorito una crescente sfiducia delle persone in chi dovrebbe rappresentare i loro diritti (dalla politica agli intermediari finanziari) e nei fornitori dei servizi (online e non solo) che fanno parte della nostra vita quotidiana. Inoltre, tale fiducia è minata anche dal grado di affidabilità di questi soggetti terzi: l’uso che fanno dei nostri dati, la manipolazione delle informazioni per scopi di propaganda, elezioni truccate, profili falsi, truffe etc.
Il processo di raccolta e conservazione dei dati è il riflesso di una impostazione gerarchica tra due entità che prevede forti asimmetrie di potere: da una parte l’autorità che prende i dati in cambio di un servizio (azienda, banca o governo), dall’altra il singolo individuo.
Questa gerarchia è tipica dei sistemi centralizzati.
Negli ultimi 20 anni, internet ha ribaltato l’impostazione gerarchica della conservazione e condivisione delle informazioni, comportando un cambiamento delle aspettative anche in merito ad altre forme di conservazione e diffusione di dati.
La società sta passando da modelli gerarchici a modelli di rete. È un movimento da istituzioni centralizzate di fiducia obbligatoria a reti di democrazia distribuita.
Come sostiene Vitalik Buterin, il fondatore di Ethereum: “Solo creando tecnologie che offrono una varietà di meccanismi per controllare le concentrazioni di potere e simultaneamente costruendo costantemente ideologie sociali che trovino delle modalità di fallimento di questi meccanismi, possiamo sperare di riuscire laddove i precedenti tentativi di decentralizzazione dell’autorità sono falliti.”
Questi cambiamenti sono stati innescati dall’uso di tecnologie basate su internet che non richiedono intermediari tradizionali e possono essere raggruppati in tre categorie fenomenologiche:
culture partecipative
reti peer-to-peer
fiducia attraverso il calcolo
Le culture partecipative
L’ascesa delle piattaforme social, così come di Internet in senso lato, rendono le culture partecipative un nuovo strumento di potere. Queste culture hanno creato nelle persone l’aspettativa di poter essere attivamente coinvolte nei processi decisionali che influenzano l’evoluzione dei legami sociali, delle comunità, dei sistemi di conoscenza e delle organizzazioni, nonché della politica e della cultura. In altre parole, le culture partecipative hanno promosso una nuova distribuzione del potere decisionale, non più centralizzato ma decentralizzato.
Le culture partecipative sono il riflesso dei valori delle società dove operano. Se è vero che nelle culture occidentali e capitalistiche il settore dei media emergenti – come i grandi colossi che gestiscono i social network – è diventato un motore di commercio, consenso e controllo, è pur vero che ha comportato delle conseguenze positive nelle comunità che ha creato o risvegliato. Questi benefici sono: formazione e mobilitazione della comunità.
L’individuo agisce e difende i propri interessi come singolo, mentre contemporaneamente prende parte a un sistema identificandosi con gli interessi generali della comunità. Ne è un esempio riconosciuto la Primavera Araba dove l’uso di strumenti quali blog e social ha creato uno slancio politico capillare e resistente. La sommossa del 2010 mostra come questi strumenti e la possibilità di condividere delle informazioni comportano delle conseguenze che sono la radice di tutti i sistemi decentralizzati:
sono un aggregatore di energie verso un obiettivo;
sono resistenti alle infiltrazioni di governo e polizia che tentano di controllare le reti;
danno una nuova centralità all’individuo che, per sua scelta, opera nell’interesse della folla (o comunità) creata dalla connessione con altri individui online.
Le reti Peer-to-Peer
Insieme alle culture partecipative si è assistito alla maturazione delle tecnologie peer-to-peer che sono la traduzione tecnologica di tali culture.
L’architettura Peer-to-Peer diventa popolare negli anni Novanta con i programmi per condividere i file, come ad esempio BitTorrent. In una rete P2P la reputazione di chi partecipa alla rete è fondamentale, come hanno dimostrato i servizi di condivisione come Uber o Airbnb. La differenza tra questi modelli e un vero P2P è l’eliminazione definitiva dell’intermediario, cioè la società che regola i rapporti tra noi e l’autista Uber o tra noi e il proprietario dell’Airbnb.
Alla base, le tecnologie peer-to-peer creano un network di dispositivi (peer) che archiviano collettivamente dei dati. Ogni dispositivo agisce individualmente ma nel solo interesse della comunità. Questo perché tutti i peer condividono lo stesso potere all’interno del network, gli stessi compiti e hanno tutti una copia dei dati archiviati. I network P2P sono, per la maggior parte, decentralizzati.
I network Peer-to-Peer decentralizzati utilizzano quindi la comunità come organo decisionale e ciò garantisce un processo sicuro e trasparente. Con le reti P2P – come la blockchain – l’autenticità dei dati non è più affidata all’uomo. Al posto della fiducia nel senso tradizionale, abbiamo una sorta di “fiducia computazionale”. La fiducia nel sistema non è legata a un atto umano, ma è infusa dall’affidabilità dei dispositivi (nodi) che risolvono complessi algoritmi per legittimare e registrare una transazione.
Questo tipo di rete è in contrasto con le reti centralizzate dove il processo decisionale è gerarchico e prevede il filtraggio e la classificazione dei dati. Le parti centralizzate non responsabili hanno il potere di modificare i termini e le condizioni del rapporto con gli altri partecipanti a loro discrezione, cosa che non può accadere con una rete decentralizzata dove tutti i partecipanti condividono le stesse informazioni, poteri e compiti.
La blockchain: una rete Peer-to-Peer
Nella finanza, i sistemi Peer-to-Peer sono preposti allo scambio di criptovalute e asset digitali.
Applicando il sistema Peer-to-Peer, la blockchain rappresenta il concretizzarsi della “promessa che si possa essere attivamente coinvolti con gli altri nei processi decisionali”. Il meccanismo di consenso su cui si fonda rende la blockchain un sistema decentralizzato e distribuito.
Blockchain: Il Peer-to-Peer e le culture partecipative
La decentralizzazione conferisce alla blockchain una serie di vantaggi strategici:
Tolleranza ai guasti: poiché la blockchain, essendo decentralizzata, si basa sul funzionamento di una moltitudine di nodi sparsi nel mondo e non ha un unico point of failure, è praticamente impossibile che si danneggi o che il suo funzionamento si interrompa.
Resistenza all’attacco: la decentralizzazione rende molto difficile l’attacco del sistema da parte di hacker, poiché dovrebbero prendere il controllo di molti nodi contemporaneamente per poter apportare il minimo danno.
Resistenza alla collusione: è altamente improbabile che i partecipanti a un sistema decentralizzato possano colludere per obiettivi egoistici poiché perderebbero del tutto i vantaggi permessi dalla collaborazione e dalla comunità. In un sistema centralizzato, invece, le grandi società al vertice sono in grado di fare pressioni per far valere i propri interessi.
Conclusione : A cosa servono blockchain e Peer-toPeer?
Arriviamo al punto conclusivo: a cosa servono blockchain e Peer-toPeer? Comprendiamo che quando l’archivio e la conservazione dei dati vengono affidati a un’autorità centrale – governo, impresa, beneficenza, chiesa, banca o altro – questa:
-può influenzare le modalità con cui i dati vengono registrati;
-può essere corrotta;
-può agire nel proprio interesse;
-conserva il registro dei dati in via esclusiva.
Se quel registro viene rubato o hackerato, i dati verranno persi o manipolati.
Questi problemi, specialmente per quanto riguarda le questioni finanziarie, hanno portato all’idea di registri che si basano su sistemi decentralizzati, come fa Bitcoin e la sua blockchain. In tali sistemi, i registri sono considerati autentici in virtù del consenso della comunità (composta dai migliaia di dispositivi connessi tra loro):
-la fiducia è data dall’affidabilità dei dispositivi (computer ad esempio) indipendenti da qualsiasi attività umana
-l’affidabilità dei dati è maggiore, perché affinché il dato venga registrato deve essere approvato da un numero maggiore di nodi e la probabilità che sia corrotto almeno il 51% è bassissima
-ciascun nodo ha copia del registro di informazioni, qualsiasi manipolazione di un’informazione risulterebbe subito evidente
-qualsiasi cambiamento nelle regole che definiscono il rapporto tra i nodi dev’essere deciso dalla maggioranza (non viene imposto “dall’alto”)