Stock-to-Flow: il prezzo di Bitcoin è prevedibile?steemCreated with Sketch.

in #bitcoin2 years ago (edited)

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Lo Stock-to-Flow è un modello che tenta di spiegare e prevedere il comportamento del prezzo di Bitcoin in correlazione con la sua scarsità.

Il modello è stato associato a Bitcoin e diffuso su Twitter da un utente chiamato PlanB.

Cosa imparerai
Che cosa significa Stock-to-Flow
Se lo S2F funziona per l’oro
Quali sono i limiti del S2F per bitcoin
La scarsità di un bene: digital gold
Il modello Stock-to-Flow (o S2F, o S/F) si utilizza di solito in riferimento all’oro e alle materie prime rare.

Applicarlo a bitcoin quindi significa paragonare bitcoin a riserve di valore scarse come oro, argento e platino.

Questi asset infatti sono difficili da trovare e costosi da estrarre, proprio come bitcoin.

Bitcoin infatti viene creato attraverso il mining, che richiede grandi risorse energetiche, di tempo e di costi.

Oltre a ciò, ogni 4 anni circa vengono minati sempre meno bitcoin grazie al programma di halving compreso nel protocollo di bitcoin sin dalla sua creazione.

L’halving è più specificatamente il dimezzamento della ricompensa data ai miner, ricompensa che consiste proprio in nuovi bitcoin.

Che cosa significa stock-to-flow?
Per stock si intende le unità di moneta o asset esistenti, già create, ossia la fornitura circolante. Il flow rappresenta la quantità di unità che vengono create o estratte ogni anno, ossia minate nel caso di Bitcoin.

Il rapporto tra stock e flow quindi, o stock-to-flow ratio, quantificherebbe dunque la scarsità del bene. Più alto è il rapporto, maggiore è la scarsità e quindi il valore.

L’oro ad esempio attualmente ha un rapporto S2F di circa 66 punti. Significa che ci vorrebbero 66 anni di estrazione per ottenere l’attuale quantità di oro in circolazione.

L’argento invece si colloca sui 74, è quindi il bene più scarso.

Lo Stock-to-flow dell’oro
Molti pensano che la massima produzione d’oro sia stata raggiunta, tuttavia le statistiche mostrano che negli ultimi anni la crescita è continuata, anche se lieve. Se si trovassero nuovi modi di estrarlo in modo più economico, la sua scarsità sarebbe in pericolo.

Attualmente, il costo per produrre una singola oncia d’oro si aggira tra i 1000 e i 1800 dollari.

Secondo gli ultimi dati del 2019 del World Gold Council, l’oro è distribuito così sulla Terra e sottoterra:

Le scorte totali in superficie sono di 197.576 tonnellate.

Sono composte da:
Gioielli: 92.947 tonnellate, 47,0%
Investimenti privati: 42.619 tonnellate, 21,6%
Partecipazioni ufficiali: 33.919 tonnellate, 17,2%
Altro: 28.090 tonnellate, 14,2%
Riserve sotterranee: 54.000 tonnellate
Per capire quanto l’oro sia scarso, considera che se tutto l’oro in superficie fosse impilato per formare un cubo, misurerebbe 21 metri per lato: tutto l’oro del mondo potrebbe entrare in un edificio di circa 6 piani.

Curiosità
Nel 1980, lo scienziato Glenn Seaborg trasmutò diverse migliaia di atomi di bismuto in oro. La sua tecnica sperimentale si basava sulla fisica nucleare, infatti consisteva nel rimuovere protoni e neutroni dagli atomi di bismuto. Seaborg si è avvicinato per la prima volta al prodigio della Pietra Filosofale sognato dagli alchimisti, tuttavia i costi che ha richiesto l’esperimento sono insostenibili nella pratica.

Ma lo Stock-to-Flow rispecchia effettivamente l’andamento di prezzo dell’oro? Secondo questo grafico, dagli anni 90 i movimenti dei due valori sono simili, sebbene lontani.

La correlazione è tarda perché fino al 1971 (per gli Stati Uniti) il prezzo dell’oro era stabilito dal governo in quanto era il sottostante che dava valore alla moneta a corso legale, quindi non poteva dipendere dal modello S2F.

Se ci sono molti fautori di questa teoria dal nome sofisticato, altri ne criticano l’approccio semplicistico soprattutto per quanto riguarda Bitcoin.

Come leggere il grafico S/F di Bitcoin
stock-to-flow grafico
La linea arcobaleno indica il prezzo di bitcoin che conosciamo
Il colore della linea indica i giorni che mancano al prossimo halving
La linea “a gradoni” indica il rapporto stock-to-flow previsto
La linea rossa e verde rappresenta l’allontanamento o avvicinamento del prezzo da quello previsto, quindi la differenza tra prezzo e S/F ratio
I limiti del modello Stock-to-Flow per Bitcoin
Secondo molti osservatori, il limite dello Stock-to-Flow è che parte dalla premessa che il valore di bitcoin dipenda unicamente dalla sua scarsità.

Non considera quindi l’alta volatilità di bitcoin rispetto all’oro. Certo, la volatilità di bitcoin potrebbe diminuire nel tempo, grazie a una crescita nell’adozione e nella liquidità del suo mercato. Allora vedremo se lo stock-to-flow riuscirà a prevedere il suo prezzo con maggiore precisione, grazie anche a maggiori dati storici.

Lo S2F, inoltre, non considera il valore tecnologico di bitcoin, ossia il suo caso d’uso di moneta alternativa per i pagamenti.

Bitcoin è anche più vulnerabile a eventi Black Swan e notizie che causano paura o hype.

Black Swan Event
La teoria del cigno nero è una metafora che descrive un evento che arriva come una sorpresa, ha un effetto importante, ed è spesso inappropriatamente razionalizzato a posteriori con il beneficio del senno di poi. La comparsa ad esempio di un valore anomalo, non prevedibile, quindi lontano dalle aspettative.

Si dice che ogni modello sia valido quanto i suoi presupposti. Se ritieni validi e completi i presupposti dello S2F, sarà valido anch’esso.

Vitalik Buterin è stato tra coloro che hanno espresso critiche verso questo modello.

Contro i fautori del S2F che sostengono che l’halving causi i rialzi di prezzo di bitcoin, Vitalik argomenta che si tratta di una tesi molto generica, perché una “causa” può implicare sia effetti immediati, che a distanza di mesi o anni.

Per questo motivo è anche impossibile da confutare, e il fatto che storicamente il prezzo di bitcoin abbia un trend positivo, nella stessa direzione dello stock-to-flow, potrebbe essere una mera coincidenza. Perciò il modello non sarebbe di grande aiuto nel prevedere l’andamento di Bitcoin.

Un critico meno diplomatico è Nico Cordeiro, CIO del fondo Strix Leviathan, che ha paragonato il S2F a un modello astrologico, sottolineando che le premesse non sono comprovate dalla Ricerca.

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