Lo scudetto (ri)perso in albergo - The Scudetto (re)lost in the hotel [MULTILANGUAGE]

in Italyyesterday (edited)

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A sinistra, Maurizio Sarri, Анна Нэсси, CC BY-SA 3.0 GFDL, via Wikimedia Commons. A destra, Thiago Motta, Pietro Luca Cassarino, CC BY-SA 4.0, da Wikimedia Commons

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SE VALEVA ALLORA...

Il 28 aprile del 2018, Inter e Juventus scendono in campo a San Siro per la 35^ giornata di campionato. Dopo aver perso lo scontro diretto casalingo con il Napoli della settimana prima, i bianconeri non possono permettersi altri passi falsi, dato che il vantaggio in classifica sui rivali è ridotto ad un solo punto.

La partita è da subito tesa, come nelle migliori tradizioni del "derby d'Italia". I piemontesi trovano il goal del vantaggio al 13' minuto, grazie al brasiliano Douglas Costa e, cinque giri d'orologio più tardi, un cartellino rosso rifilato dall'arbitro Orsato a Vecino, in seguito ad una brutta entrata da piede a martello, regala loro addirittura la superiorità numerica.

Il fischietto veneto tuttavia, nonostante sia universalmente riconosciuto come uno dei migliori del mondo, attraversa una serataccia e sbaglia, da lì a poco, diverse decisioni: dapprima si dimentica di ammonire Pjanic per un fallo a gamba alta (sarebbe stato il secondo giallo per il bosniaco), poi non vede almeno due interventi da rigore piuttosto evidenti commessi in area nerazzurra, che avrebbero verosimilmente messo la parola fine alla partita.

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Al centro, l'arbitro Daniele Orsato. Werner100359, CC BY-SA 4.0 https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0, da Wikimedia Commons

L'Inter riesce miracolosamente a ribaltarla anche in dieci, pareggiando ad inizio ripresa e passando in vantaggio a metà della stessa, ma negli ultimi cinque minuti, prima Cuadrado, poi Higuain, regalano alla Signora una vittoria fondamentale per il raggiungimento del tricolore.

Una partita epica, nella quale entrambe hanno avuto da recriminare per una direzione arbitrale insufficiente, ma che nei giornali si trasforma, neanche a dirlo, a senso unico. Il mancato giallo di Pjanic diventa uno "scandalo" destinato a far breccia a lungo sui giornali e nelle televisioni, con Orsato, minacciato addirittura di morte, che da quel giorno non arbitrerà mai più una partita dell'Inter.

Solo quest'ultimo aspetto lascerebbe intendere piuttosto chiaramente come "gira" il mondo del pallone in Italia, ma la cosa più divertente di tutte sarà la dichiarazione dell'allenatore del Napoli, Maurizio Sarri, al termine della partita che la sua squadra giocherà il giorno dopo a Firenze, perdendo 3-0: "Lo scudetto avrei preferito perderlo sul campo, invece che in albergo..."

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In primo piano, Kalidou Koulibaly. Clément Bucco-Lechat, CC BY-SA 3.0, via Wikimedia Commons

Secondo il tecnico toscano, la disfatta dei suoi era imputabile non alla sciocchezza di Koulibaly, reo di aver lasciato i compagni in dieci dopo un fallo ingenuo su avversario lanciato a rete, ma al contraccolpo psicologico subito dalla visione della partita della sera prima, con riferimento nemmeno troppo velato al presunto trattamento di favore ricevuto dai bianconeri.

Qualunque persona dotata di buon senso troverebbe questa scusa quanto meno ridicola, specialmente alla luce delle tre giornate che ancora rimangono da giocare. Vincendo a Firenze, il Napoli sarebbe rimasto ad una sola lunghezza di distanza dal primo posto e con un calendario favorevole (per la Juventus era in programma alla penultima la trasferta in casa della Roma), ma ha semplicemente sbagliato, come la più classica delle provinciali, l'approccio alla partita.

Ritenendosi già soddisfatti dell'impresa compiuta sette giorni prima a Torino, che da quelle parti come da altre spesso vale un'intera stagione, i calciatori di Sarri sono scesi in campo molli, senza mordente e con la pancia già piena. Conoscendo alla perfezione l'ambiente tuttavia, "Mister Sigaretta" ha cavalcato l'onda e invece che ammettere il fallimento ha preferito spostare l'attenzione, buttando la "colpa" sul nemico.

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L'allora allenatore della Juventus, Massimiliano Allegri. All-Pro Reels from District of Columbia, USA, CC BY-SA 2.0, via Wikimedia Commons

Del resto, da vecchio volpone qual è, sa bene che in Italia ogni polemica che riguardi la Juventus, anche la più ridicola e pretestuosa, trova qualcuno pronto a rilanciarla ed amplificarla. Dopo le linee storte della moviola di Galliani, ecco l'audio degli arbitri della partita di San Siro, volutamente storpiato, con il quarto uomo che secondo alcuni avrebbe detto ad Orsato, in mondovisione e davanti a decine di telecamere, "Nel recupero la vinciamo...", tradendo la sua fede juventina.

Farebbe ridere, se non fosse che qualche beota ci ha creduto veramente. Proviamo tuttavia a ribaltare per un attimo la situazione: e se Sarri non si fosse sbagliato? E se quegli episodi di Inter-Juventus avessero a tal punto minato la serenità mentale dei giocatori del Napoli da far loro perdere lo scudetto in albergo?

Beh, a questo punto qualcuno potrebbe sostenere che la storia, come spesso accade, si sia ripetuta ieri sera. La Juventus, per molti alla vigilia dell'ultima giornata rientrata nel giro scudetto a soli sei punti dalla capolista Inter, ha assistito sabato alla sfida tra nerazzurri e Monza.

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Lautaro Martinez, Sebas, CC BY 3.0, da Wikimedia Commons

I brianzoli si sono trovati in vantaggio per 2-0, ma hanno subito la rimonta avversaria, condizionata in maniera pesante da dubbie scelte arbitrali, come il mancato cartellino rosso per l'intoccabile Acerbi e l'episodio dell'autogoal del definitivo 3-2, provocato da un evidente fallo di Lautaro Martinez. Goal per di più decretato solo con la goal line technology per la prima volta nella storia dopo uno stranissimo ritardo di 15 secondi.

Tuttavia oggi, all'indomani della sconfitta casalinga subita dalla Juventus per mano dell'Atalanta (4-0), nessuno ha menzionato un eventuale contraccolpo psicologico eventualmente patito dai giocatori bianconeri per gli ennesimi regali elargiti agli avversari, ma si è parlato, come sempre dovrebbe essere, esclusivamente di campo.

Motta "fa schifo", il suo progetto è inadeguato e non ha mai davvero lottato per vincere il campionato. Sarri invece, nonostante anche i suoi si fossero sciolti come neve al sole nel momento decisivo, è semplicemente stato fregato dal sistema. E come spesso accade, la narrazione fa tutta la differenza del mondo.

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