Il bicchiere mezzo pieno - The glass half full [Multilanguage]

Partendo dalla cronaca, come sempre dovrebbe fare un cronista rispettabile, sono costretto ad osservare che la sconfitta patita per 2-0 dalla Juventus, nell'amichevole di Göteborg contro l'Atletico Madrid, rappresenta un ulteriore pesante risultato negativo di questa nuova avventura targata Thiago Motta.

Di certo non stiamo parlando della debacle (0-3) alla quale la squadra è andata incontro nella prima uscita stagionale contro il Norimberga, realtà che milita nella Serie B tedesca, o dei sorci verdi patiti con il Brest nell'amichevole di Pescara, ma un'altra netta battuta d'arresto non era ciò che i tifosi bianconeri si auguravano, ad una settimana dall'inizio del campionato.

Ci sono sconfitte e sconfitte, come ci ha tenuto a precisare il tecnico italo-brasiliano della Signora, e sebbene questo concetto mi trovi sostanzialmente d'accordo, sarà bene prendere nota che esso può essere espresso con leggerezza solo in estate, quando le partite non contano nulla, ma molto meno in campionato, allorché una sconfitta, per "bella" o "brutta" che sia, costerà l'immobilità in classifica.

_{Il nuovo portiere della Juventus, Michele Di Gregorio. Nehme1499, CC BY-SA 4.0, da Wikimedia Commons}

In realtà, nessuna battuta d'arresto può essere accolta con soddisfazione da chi punta a trascorrere una stagione da protagonista, ma per non fare in modo che l'evento si riveli un semplice dispiacere è bene trarre da ognuna di esse le dovute conclusioni.

La prima di queste è che la Juventus, finalmente, dopo anni di mortificazioni allegriane, sta tentando di giocare a calcio in un modo propositivo, occupando la metà campo degli avversari e facendo del possesso palla uno dei suoi mantra più importanti.

La brillantezza fisica non c'è, come raccontano i ben informati a causa di una preparazione molto pesante, che punta a portare la squadra al top della forma tra qualche settimana, così come quegli elementi che sotto la vecchia gestione tecnica spesso sbagliavano appoggi elementari o lo stop del pallone, non si sono per forza di cose convertiti in fenomeni.

_{Dušan Vlahović, Vux33, CC BY-SA 4.0, da Wikimedia Commons}

Ma l'indicazione più bella, ricavata da questa estate avara di soddisfazioni, è che tutti ora sembrano cosa fare in campo, quale posizione occupare, come attaccare la porta avversaria e in che modo creare una linea di passaggio semplice per i compagni.

In rosa sono stati inseriti centrocampisti, come Douglas Luiz e Thuram, che finalmente giocano il pallone in verticale, senza essere vinti dall'irrefrenabile desiderio del passaggio di un metro al compagno più vicino, giusto per sgravarsi da dosso le responsabilità.

Si tenta la "giocata", si vedono inserimenti e sovrapposizioni sulle fasce e un pressing alto che sebbene sia ancora da perfezionare, per non farsi trovare impreparati in caso di lancio lungo o di uscita palla al piede vincente da parte degli avversari, lascia ben sperare per i periodo in cui la condizione fisica permetterà di applicarlo per buona parte della partita.

_{Manuel Locatelli, Kirill Venediktov, CC BY-SA 3.0 GFDL, da Wikimedia Commons}

Insomma, un calcio moderno, unica strada che può portarti quantomeno a giocartela, quando la tua cifra tecnica non è all'altezza della concorrenza, specialmente in Europa. Già, perché la rosa ad oggi, profondamente incompleta, diventa aspetto di gran lunga peggiore delle sconfitte indolori delle amichevoli.

A Göteborg , Thiago Motta si è presentato con undici uomini contati, più due cambi di movimento all'altezza, Danilo e Fagioli, accompagnati da una manciata di ragazzini della Next Gen. Ovviamente sulla situazione pesano le assenze per infortunio di Miretti, Adzic e Milik, così come la lunga lista di epurati rimasti a Torino, che comprende Chiesa, Kostic, Djalo, Arthur, Rugani, Szcesny, De Sciglio e McKennie.

A poco meno di tre settimane dalla fine del mercato, la spia rossa dell'allarme comincia a rimanere accesa in maniera permanente sul cruscotto del "comandante", Cristiano Giuntoli, che sarà costretto a reintegrare alcuni elementi (con tutte le controindicazioni che una mossa simile comporta) o a compiere delle vere e proprie acrobazie, per consegnare al tecnico una rosa all'altezza della situazione.

Statemi bene, alla prossima!